Amore o carriera, tu cosa scegli?
Inizio di carriera ed inizio di un amore: è possibile? Tu cosa sceglieresti? Spunti di riflessione tratti dall’articolo “Ecco perché se sei ambiziosa sul lavoro fatichi a trovare un partner”
Amore o carriera, tu cosa scegli?
Al rientro delle vacanze avevo pensato di scrivere qualcosa di leggero che desse qualche spunto di riflessione… Il “suggerimento” mi è arrivato dopo aver letto un articolo del Sole 24 Ore ad agosto. Sto parlando dell’articolo “Ecco perché se sei ambiziosa sul lavoro fatichi a trovare un partner” scritto da Luisa Rosti. È un articolo che ha decisamente catturato il mio interesse perché mi ha fatto riflettere su un aspetto che a volte non si considera:
spesso siamo noi donne stesse che ci “sminuiamo” nei confronti del mondo esterno senza neanche rendercene conto.
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Amore o carriera, tu cosa scegli? Da dove nasce la riflessione.
Ma vediamo prima di fare un breve riassunto di quello che si evince nell’articolo “Ecco perché se sei ambiziosa sul lavoro fatichi a trovare un partner”:
il punto di partenza di tutta la analisi è una ricerca pubblicata sull’American Economic Review (‘Acting Wife’: Marriage Market Incentives and Labor Market Investments, 2017). Questa ricerca ha avuto l’obiettivo di analizzare le scelte di vita che i laureandi e le laureande del Master of Business Administration della Harvard Business School avrebbero dovuto intraprendere al termine del periodo di studi per quanto concerne sia le scelte di tipo sentimentale sia le scelte inerenti la propria vita professionale e la conseguente ricerca di un lavoro.
In sostanza è emerso che gli obiettivi (a cui aspirare) che venivano individuati nel percorso professionale ed in quello sentimentale, per gli uomini erano assolutamente allineati, per le donne invece non solo erano disgiunti, ma a volte anche in conflitto tra loro.
Come si è arrivati a questo risultato? Il test.
A livello metodologico è stato chiesto agli studenti di compilare un questionario sulle loro aspettative professionali che comprendeva domande di vario genere e che spaziavano dai compensi desiderati alla disponibilità a svolgere lavoro straordinario o a fare viaggi di lavoro. La rilevazione chiedeva inoltre agli intervistati di esprimere una valutazione sulle proprie capacità di leadership ed ambizioni di carriera.
Il questionario è stato somministrato in due versioni (uguali tra loro ma con una premessa differente):
la versione 1: era la versione pubblica. Gli studenti sapevano che avrebbero commentato in modo collegiale in classe le risposte date da tutti venendo quindi a sapere chi le aveva formulate.
La versione 2: era la versione anonima. Gli studenti sapevano che avrebbero commentato in classe le risposte date ma in modo anonimo senza sapere chi le aveva scritte.
Amore o carriera? Cosa è emerso.
Le rispose di: studenti uomini single, studenti uomini in coppia e studentesse donne in coppia erano sostanzialmente identiche.
Le risposte invece delle studentesse donne single erano diverse nelle due versioni.
Nella versione “pubblica” del questionario avevano dato risposte di molto ridimensionate: hanno addirittura ridotto la retribuzione richiesta di 18.000 dollari all’anno ed hanno riportato una disponibilità a fare straordinari e viaggi di lavoro molto minore.
La cosa poi più “scioccante” è che hanno dichiarato anche un livello di ambizione professionale e di predisposizione alla leadership di gran lunga più basso di quello dichiarato nella versione anonima del questionario.
Riassumendo
Nel momento in cui le studentesse single compilavano la versione “pubblica” del questionario, e sapevano di conseguenza che i compagni di classe maschi (quindi potenziali “partner”) avrebbero sentito le loro risposte, hanno “ridimensionato” le loro reali aspirazioni stipendiali, di carriera ed i propri reali desideri e aspetti caratteriali.
L’articolo esamina poi in termini statistici alcune risposte emerse nel questionario ed il ridimensionamento sopracitato appare ancor più evidente.
L’autrice conclude infine sottolineando come debba stupire anche il fatto che questi dati siano emersi all’interno di un gruppo (studenti della Harvard Business School) che dovrebbe rappresentare una élite socio-culturale che dovrebbe essere lontanissima da stereotipi o “discriminazioni” di genere.
Amore o carriera: in conclusione.
L’articolo mi ha colpito molto non tanto per il fatto che sia emerso come sia apparentemente impossibile perseguire in contemporanea, almeno agli inizi, per noi donne, il successo professionale e quello sentimentale.
La cosa che mi ha lasciata totalmente incredula è che spesso siamo proprio noi donne che sbagliamo e ci sminuiamo senza neanche rendercene conto. È come se fosse un atteggiamento ancestrale insito in noi che si palesa da solo in autonomia.
E tutto questo è assurdo se ci pensate bene, perché già viviamo in una società dove la effettiva e reale parità di genere è cosa ancora lontana e se ci aggiungiamo che a volte siamo noi stesse a “non considerarci all’altezza” allora il cammino è sempre più in salita.
L’aspetto della difficoltà, soprattutto agli inizi, di far decollare in contemporanea una carriera di successo ed una relazione sentimentale appagante, sinceramente me lo aspettavo. Non è una cosa positiva da pensare, ovvio. Ma me lo aspettavo.
Quello che invece proprio non consideravo era come noi donne siamo disposte a modificare, a volte anche in modo inconsapevole, il nostro essere più profondo per compiacere l’altro.
Quindi ragazze credo che questo articolo possa essere interessante da leggere per avere degli spunti di riflessione nuovi che forse non avevamo considerato prima e per fare un po’ di sana autocritica ed ipotizzare come ci saremmo comportate noi se avessimo preso parte all’esperimento.
Laureata in General Management alla Bocconi di Milano, mi occupo di HR in ambito sanitario.