Attenti a quei due – I famigerati terrible twos
Pianti, capricci, monellate pazzesche, scene che Mario Merola gli fa un baffo, momenti di cozzite acuta, dispetti a non finire, ascolto zero e chi più ne ha più ne metta…eccolo è lui: il tipico duenne del XXI secolo!
E chi sarebbero quei due da cui diffidare e stare attenti? Ma naturalmente i famigerati terrible twos, i 2 anni, quei maledetti 2 anni che quando tocca a te ti spareresti un colpo!!!
Eppure, nonostante tutto, quei due sono famosi, anzi famosissimi! Tutti che ne parlano e non li riesci a riconoscere subito! E allora ho pensato: “dai và, informiamoci un po’, cosa saranno mai questi tanto temuti 2 anni?!” Ed eccoli qui! Presente, ci siamo, eccoci! Scusate, permesso, ci sono anche iooooo!
Ve li presento, o meglio ve LO presento, eh si perché questo è un determinato periodo di tempo, è il momento evolutivo dei nostri bimbi, un’età di passaggio obbligatoria per tutti che và dall’anno e mezzo ai 3 anni, un periodo nel quale tutti i bambini capiscono di essere degli individui indipendenti e pertanto sperimentano in tutti i modi questa loro consapevolezza un po’ immatura fino a che non capiscono di cosa si tratta.
Chi più, chi meno, comunque tutti ci passano, non c’è via di scampo, è un passaggio obbligatorio, dato che la macchina del tempo non l’hanno ancora inventata.
Le caratteristiche di questa fase sono semplici e chiari: testardaggine e capricci accompagnati da una buona dose di pianti inconsolabili (apparentemente).
Il NO è il modo più chiaro e semplice per dimostrare a loro stessi che sono degli individui diversi dai genitori e per dimostrare, quindi che lui (o lei) è autonomo, libero. E allora preparatevi ad un abuso del “no” come se fosse l’unica parola conosciuta. Vi svelo un segreto: questi “no” però, nascondono anche tutte le loro paure e insicurezze. Pensate che dentro quella parolina piccola piccola si nasconde un discorso molto ampio e del tutto inconscio che potrei riassumervi con un “ehi mamma guarda che io sono grande, però tienimi la mano che non si sa mai”.
Inoltre a quest’età i bambini non sanno ancora esprimere i loro desideri e quindi tendono ad agire fisicamente perché ancora immaturi e incapaci di verbalizzare quanto vorrebbero esprimere.
E allora via alla sceneggiata da premio Oscar, seguita da un attacco di mammite acuta da togliere il fiato.
Individuato il soggetto, ci si chiede: “e adesso cosa faccio?”.
Innanzitutto rendiamoci conto che i nostri figli non fanno capricci apposta per farci arrabbiare, ma semplicemente perché stanno capendo che non sempre le cose vanno come vorrebbero loro e questo provoca delle reazioni in loro che non sanno ancora controllare.
In questa giungla che è la vita, i nostri figli a quanto pare stanno semplicemente allenandosi a controllare rabbia e frustrazioni, stanno prendendo padronanza del loro corpo e della loro mente, insomma stanno crescendo, si stanno evolvendo.
E noi? E noi dobbiamo ancora una volta aggrapparci con le unghie e con i denti a tutta la pazienza che abbiamo maturato da quando sono nati e cercare di non essere troppo rigidi.
Poche e chiare semplici regole da rispettare e da far rispettare perché noi per primi dobbiamo dare il buon esempio attraverso la coerenza. Se lo riempiamo di divieti il nostro bambino si sentirà in gabbia e scateneremo solamente la reazione opposta.
Aiutiamolo a dare un nome alle emozioni, dato che lui non sa farlo cerchiamolo di condurlo in modo che impari a riconoscere ciò che gli sta accadendo. È importante insegnargli a chiedere scusa e noi dobbiamo cercare di non dirgli quanto lui sia “monello’, perché non è lui ad essere sbagliato, ma le cose che fa.
È importante proporgli sempre una scelta, un’alternativa, e lasciargli tempo e spazio per esplorare il mondo, sperimentare, crescere.
Ok lo so, non è facile, ma forse la chiave del successo sta nel resistere, perseverare ed essere sempre d’accordo e coerenti. Dicono che la pazienza sia la virtù dei forti, quindi mamme e papà, resistiamo, teniamo duro, io ci sto provando e no… oggi non ha funzionato, domani neppure funzionerà, ma prima o poi raccoglierò i miei frutti, ne sono certa!
Ci hai fatto caso che tutte le cose più belle sono apparentemente le più difficili?
Io la trovo una fase meravigliosa, la prima in cui al mattino mi spacca il cuore andare al lavoro. SOno personcine meravigliose in miniatura, esserini pensanti, che si impongono per valere le proprie emozioni. E io voglio apprendere da lei a far valere di più le mie, senza i troppi condzionamenti sociali della vita adulta. Un forte abbraccio a voi bellissimi.
Sono assolutamente d’accordo con te: ci vuole pazienza perchè a volte sono dei veri e porpri martelli pneumatici, ma a volte mi fermo mentre fa le sue scenate, lo guardo e mi viene troppo da ridere perchè è così dolce, così testardo e vedo proprio quanto sta crescendo, quanto sta diventando sempre più un piccolo grande e meraviglioso ometto! Grazie Sara per essere passata di qua!
Aiuto, ho ancora sei mesi di buono poi i terrible 2 mi aspetteranno al varco!
Ale è bellissimo in queste foto!
Non è detto, ma è molto probabile ahahahahah
Non temere, è solo una fase, il bello deve ancora venire ahahahahaha
Un abbraccio Vale cara!