Contatto mamma bambino: vizio o bisogno fisiologico?
Nell’immaginario collettivo occidentale tutti i bambini dovrebbero stare tranquilli, non disturbare, stare fermi, dormire da subito tutta la notte e terminare ciò che hanno nel piatto. Una cultura basata più sull’immagine che sul sentimento, che spesso confonde i bisogni del bambino e del genitore come vizi.
Tra questi vi è il bisogno di contatto mamma bambino: vizio o bisogno fisiologico? Spesso viene etichettato come possibile vizio che un bambino può prendere, mentre in realtà altro non è che un bisogno fisiologico del bambino stesso.
Contatto mamma bambino: vizio o bisogno fisiologico?
Cuore a cuore – rispettare i bisogni di mamma e bambino
Dopo la nascita è normale che un bambino richieda la presenza e la vicinanza fisica della madre e che instauri con lei una relazione di dipendenza; questo lo aiuterà in una crescita serena in quanto viene coltivata la fiducia, fondamentale per la costruzione della sua autostima.
Nella società di oggi la donna si sente divisa tra quello che le dice l’istinto e quello che la cultura impone.
Troppo spesso vengono dati alla madre pareri non richiesti sulla quantità del tempo in cui il bambino viene tenuto in braccio, o sulla frequenza con cui viene attaccato al seno. Questo può portarla a pensare che le richieste del bambino siano eccessive e che tocchi a lei limitarle portandola spesso a vivere un senso di colpa e di frustrazione.
Il bambino ha bisogno di contatto e di contenimento per costruire quella che viene definita una sana relazione di attaccamento con le figure di riferimento. Lo stare in braccio, il contatto mamma bambino, lo aiuterà a percepire i propri limiti fisici e a soddisfare l’innato bisogno di protezione, cosi come facevano le pareti uterine prima della nascita.
Al contrario di quanto si possa pensare, è il tempo passato a contatto con la madre che permette al bambino una serena esplorazione del mondo che lo circonda, perché saprà di poter partire da una base sicura. Questo lo aiuterà nello sviluppo della sua autonomia e indipendenza fisica ed affettiva.
Cosa significa diventare madri oggi?
Diventare madri oggi è difficile. Non perché i bambini siano diventati improvvisamente più complicati, ma perché tutti pensano di poter insegnare a fare i genitori. Si pensa che i bambini vadano addomesticati e che siano loro a doversi adattare ai nostri ritmi e non il contrario.
Ci si deve quindi destreggiare tra il proprio istinto ed i condizionamenti e suggerimenti di chi ci circonda.
L’approccio alla genitorialità basato sull’alto contatto è tipico dei mammiferi ed era quello che veniva attuato prima della rivoluzione industriale e dell’avvento di sdraiette, box e girelli. In alcune culture i bambini sono tenuti esclusivamente legati al proprio corpo.
Dicendo questo non voglio demonizzare l’utilizzo di ausili, ma ciò deve essere fatto con criterio e non come un “evitare di dare il vizio”. Non esiste un metodo applicabile a tutti i bambini, o un modello genitoriale piuttosto che un altro.
Ognuno deve formarsi correttamente, avere buonsenso e confrontarsi con dei professionisti in caso di necessità.
E’ fondamentale fidarsi del nostro cuore, del nostro istinto e soprattutto dei bambini che abbiamo tra le braccia.
I benefici dell’alto contatto mamma bambino
La ricerca di un contatto fisico e relazionale con chi ci è vicino, è un bisogno innato avvertito da tutti i cuccioli. L’attaccamento è quel legame primario tra il bambino e i suoi genitori che permette di costruire una propria immagine di sé e di strutturare poi le future relazioni con gli altri.
Un neonato non piange per manipolare gli adulti, ma solo per comunicare disagi o bisogni e richiamare l’attenzione di chi ama.
Il contatto pelle a pelle dà benessere al bambino, favorendo la sua autoregolazione e riducendo i suoi pianti e la sua irritabilità, e fa bene alla madre in quanto stimola la sua sensibilità materna dando un senso di pace e protezione verso il proprio cucciolo.
Come ci ricorda il pediatra Lucio Piermarini nel suo articolo, nati a termine tenuti a contatto pelle a pelle con la madre per i primi novanta minuti dopo il parto mostrano, rispetto a quelli tenuti in culla, un migliore adattamento termico, un più alto livello glicemico (quantità di glucosio contenuta nel sangue) e un più rapido ritorno alla normalità dell’equilibrio acido-base, oltre a una notevole riduzione del pianto.
La donna durante e dopo il parto produce una serie di ormoni, come ossitocina, prolattina ed endorfine. Essi contribuiscono alla formazione del legame amoroso, allo sviluppo delle cure materne producendo il latte e creano l’inizio della dipendenza e dell’attaccamento. L’ossitocina produce la salute della donna, è un ormone che agisce a doppio senso, sia dalla mamma al bambino, sia viceversa.
Dando attenzioni al proprio figlio gli si insegna ad essere indipendente, ma anche sensibile, fiducioso, riflessivo e comunicativo. Il risultato sarà che il bambino piangerà di meno, perché sarà più tranquillo e avrà meno bisogno di chiamare la madre . Non perché sa che, pur chiamandola, lei non arriverà.
Se le interazioni madre-bambino danno una base sicura al piccolo, questi crescendo si sentirà poi libero di allontanarsi e differenziarsi gradualmente, poiché si sentirà sicuro di trovare la mamma ad aspettarlo al suo ritorno.
Il legame mamma-bimbo si crea già durante la gravidanza, ricordiamo sempre che la vita del bambino inizia dal concepimento e non dalla nascita. Per questo il ruolo emotivo e affettivo giocato durante i 9 mesi è fondamentale. Alla nascita il bisogno principale è proprio quello di contatto mamma bambino di tipo fisico; partendo da esso si ha poi una chiave di lettura su tutti gli altri bisogni.
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Non abbiate paura di tenere su di voi il vostro bambino, di prenderlo in braccio se piange o di addormentarlo tra le vostre braccia. Sono bisogni non vizi e la dipendenza iniziale è ciò che lo porterà alla tanto ambita autonomia.
Per concludere quello che mi sento di dire è: mamme, fidatevi del vostro istinto, del vostro cuore. Sapete quello di cui ha bisogno il vostro bambino. Abbiate come obiettivo la vostra serenità che va al di là del parere della vicina di casa, della madre o della suocera. Se sapete che tenere in fascia il vostro bambino, addormentarlo vicino a voi, allattarlo ogni volta che lui lo richiede fa stare bene lui tanto quanto voi, non abbiate timore di farlo.
E chi sta vicino a una neo mamma sospenda il giudizio, i consigli non richiesti. C’è bisogno di sostegno, ascolto, pacche sulla spalla e abbracci.
Se proprio volete fare qualcosa di pratico e concreto, portate una pizza fumante e del gelato al cioccolato 😉
Psicologa e Psicoterapeuta
@langolo_di_sole
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[…] e non voglia rimanere solo. Se volete approfondire l’argomento vi consiglio la lettura di questo contributo molto […]