Essere “Donna – Mamma – Lavoratrice”: un equilibrio possibile?
Essere “Donna – Mamma – Lavoratrice”: un equilibrio possibile? Se mi avessero chiesto, ai tempi in cui frequentavo l’Università, come mi sarei immaginata da lì a dieci anni la risposta nella mia testa era chiara: manager, possibilmente in ambito HR (Risorse Umane per intenderci), in qualche multinazionale, vestita sempre in tailleur nero con decolleté tacco 12.
Famiglia? Si beh certo ma non ne avevo una idea concreta.
Sono trascorsi più di 10 anni da allora, lavoro in ambito HR, non in una multinazionale ma in una azienda che appartiene ad un settore estremamente legato alla realtà italiana e spesso addirittura a quella regionale (nel mio caso lombarda). Non indosso mai il tailleur e le mie meravigliose decolleté tacco 12 sono nell’armadio riposte da ormai 6 anni (e vengono tirate fuori proprio di rado). Ho due figli piccoli (5 anni e 1 anno e mezzo) ed un marito che è quasi sempre fuori Milano per lavoro.
La mia vita è come me la ero immaginata ai tempi dell’Università? No.
La famiglia è quella sulla quale fantasticavo quando avevo 22 anni? Assolutamente no.
Il lavoro ed il clima lavorativo è quello in cui pensavo di lavorare? Proprio per niente.
Non fraintendete i no categorici di cui sopra, non sono in una accezione negativa, ma ora cerco di spiegarvi meglio.
Essere “Donna – Mamma – Lavoratrice”: un equilibrio possibile?
Sulla tematica Donna/Mamma Vs Lavoro al giorno d’oggi si trova tantissimo materiale sia in rete sia su supporto cartaceo. E’ una tematica sulla quale si sta cercando di sensibilizzare la società con l’obiettivo di evidenziare degli aspetti che in passato non venivano neanche lontanamente presi in considerazione.
Sempre più di frequente si legge come il diventare madre equivalga al conseguimento di un Master in quanto si sviluppano capacità quali senso critico, spirito di organizzazione, capacità empatiche, resilienza, problem solving…
Leggi anche “Aspetto un bambino, e adesso?”
Questi aspetti però può comprenderli a pieno solo chi effettivamente lo vive sulla propria pelle. Se ai tempi dell’Università mi avessero detto che diventare madre avrebbe sviluppato alcune mie soft skills (e qui entro per un secondo nel gergo tecnico dell’HR…) beh mi sarei messa a ridere. Lo avrei concepito se mi avessero proposto dei percorsi di team building o dei focus group ma non avrei mai, e ripeto mai, considerato la maternità in tal senso.
Eppure se vi fermate un secondo (sto parlando alle mamme lavoratrici in questo momento), vi renderete conto che nella maggior parte dei casi è proprio così.
Una giornata tipo
Ecco un chiaro esempio di relazione Donna – Mamma – Lavoratrice: pensate alla vostra giornata lavorativa pre-figli e a quella post-figli.
Io mi sveglio al mattino alle 6.30 e ho un’ora e mezza di tempo per:
prepararmi per andare al lavoro;
svegliare e preparare i bambini;
preparare la colazione (quando c’è il marito per fortuna la prepara lui);
far partire la lavastoviglie;
prendere le cose da portare al nido (bavaglini, pannolini, salviette etc) e alla scuola dell’infanzia (libri da riconsegnare in biblioteca, quote eventuali per la partecipazione a gite o spettacoli etc).
Devo uscire entro le ore 8 e portare prima il grande, poi il piccolo e correre al lavoro per arrivare in tempo (ed io per fortuna non ho particolari vincoli orari di “timbratura” al lavoro).
Poi devo affrontare la mia giornata lavorativa concentrandomi e focalizzandomi sul lavoro, archiviando quindi momentaneamente il lavoro da mamma, ma mantenendo comunque “le antenne alzate” ricordandomi sempre eventuali appuntamenti fuori quali visite, feste di compleanno, appuntamenti sportivi etc. (di solito ne prendo nota ovunque: sull’Iphone, sul calendario al lavoro, nelle Note sul cellulare: risultato nella mia mente la riunione di lavoro si incastra nella giornata insieme alla visita dal pediatra o alla festa del compagno di scuola).
Al termine della mia giornata lavorativa devo correre a prendere prima il piccolo e poi il grande e per far questo ho solo mezz’ora di orologio “precisa precisa” perchè le due scuole distano a 15 minuti una dall’altra quindi ho i secondi contati prima della loro chiusura…
Poi scatta la fase spesa, corri a casa per bagnetto, preparazione cena, “impigianamento” dei bimbi, addormentamento delle pesti, sparecchiatura, lavatrice, stesura panni etc fino a quando mi metto a letto e so che mi aspetterà una notte in cui se va bene mi dovrò alzare almeno due volte per andare dal piccolo che piange o dal grande che è sonnambulo e poi magicamente arrivano le 6.30 ed è di nuovo mattina e si ricomincia da capo.
La mia non sarà la giornata tipo di ogni mamma ma sono sicura che si avvicina molto a quella di molte di voi.
Noi mamme siamo quindi abituate a pensare a più livelli
Donna – Mamma – Lavoratrice ogni decisione per noi va ponderata sotto tutti gli aspetti perché deve essere la soluzione migliore, non per noi stesse, ma per il “sistema famiglia” nella sua totalità.
Dobbiamo avere sempre la soluzione pronta per qualsiasi evenienza: nella nostra mente dobbiamo ipotizzare sempre tutti gli scenari possibili che potrebbero verificarsi (e se esce il sole? e se piove? e se gli viene fame mentre siamo in auto? e se vuole andare ai giardinetti e si sbuccia il ginocchio?…) e dobbiamo avere la soluzione per ogni scenario (chi ha frequentato economia e ha studiato la Teoria dei Giochi mi comprenderà benissimo!).
Noi mamme dobbiamo cercare sempre l’ottimizzazione del tempo semplicemente perché per noi il fattore tempo è una risorsa scarsa e preziosissima (mai avere tempi “morti”!!!).
Noi mamme sviluppiamo una capacità empatica pazzesca: sappiamo leggere i silenzi e gli sguardi senza bisogno di nessuna parola e capiamo cosa uno vuole ancor prima che parli. Questo perché se capiamo come farlo, ci evitiamo la perdita di tempo (vedi punto sopra) e di pazienza soprattutto…
E i papà? Ovviamente ci sono tantissimi papà (mio marito in primis) che ormai sono coinvolti nella gestione della casa e dei bambini ma il “grosso” viene ancora svolto da noi mamme sempre e comunque.
In conclusione: mamma lavoratrice (si sto parlando proprio con te) fermati un attimo e pensa a quanto l’essere madre abbia sviluppato in te capacità che neanche ipotizzavi di avere e impara a far leva su queste per affermare, ogni giorno, il tuo ruolo in questa società.
Laureata in General Management alla Bocconi di Milano, mi occupo di HR in ambito sanitario.