Lavorare fino al nono mese “trick or treat”?

Lavorare fino al nono mese

Nella Legge di bilancio 2019 c’è la possibilità per la donna, con gravidanza fisiologica, previo parere positivo del proprio ginecologo, di lavorare fino al nono mese slittando di fatto il congedo di maternità obbligatorio a dopo il parto.

Ad oggi mancano ancora i decreti attuativi e la circolare dell’INPS che indichi all’atto pratico cosa si debba fare per usufruire di questa opzione ma per un attimo vorrei invitarvi a riflettere su questa tematica, a mio parere molto delicata.

Lavorare fino al nono mese: iniziamo a porci qualche domanda…

Perché una donna dovrebbe lavorare fino al nono mese? Quali vantaggi ci possono essere?

Il primo che mi viene in mente è senza dubbio la possibilità di trascorrere poi 5 mesi con il proprio bimbo (con lo stipendio pieno e non ridotto al 30%).

E per l’azienda? Ci sono vantaggi?

In teoria poco cambia in quanto il congedo obbligatorio dura sempre 5 mesi, vengono solo “slittati”. L’azienda dovrà quindi adoperarsi per la sostituzione allo stesso modo.

Ragioniamo a livello macro

Alcune domande che sorgono spontanee sono:

  • E’ veramente una procedura di cui vi era necessità?
  • Nell’ insieme delle politiche a sostegno della maternità e della natalità c’era veramente come priorità quella di inserire la possibilità di lavorare fino al nono mese?
  • La platea di donne che vorrà usufruire di questa opzione è veramente così ampia?

Personalmente non credo.

Senza arrivare a contemplare ovviamente le gravidanze patologiche e focalizzandoci solo su quelle fisiologiche dobbiamo comunque “scartare” dal gruppo di mamme che potrebbero usufruire di questa opzione quelle che:

  • conducono lavori che richiedono di stare in piedi per gran parte della giornata lavorativa
  • lavorano a contatto con il pubblico (perché anche se sedute, soprattutto nell’ ultimo mese, le donne devono necessariamente fare una serie di pause dovute a gonfiore delle gambe, pipì continue, dolori alla schiena e altro) che renderebbero difficile la continuità lavorativa nel front office
  • quelle che hanno turni particolari o che svolgono attività lavorative faticose

Ecco che forse potrebbe essere una soluzione interessante per le mamme con ruoli impiegatizi o per i ruoli dirigenziali/quadro ma la domanda che mi sorge spontanea a questo punto è:

“Nel 2019 serve veramente una legge che ti permette di recarti fisicamente al lavoro anche se hai il pancione del nono mese anziché utilizzare forme flessibili che piuttosto consentano il lavoro da casa o un sistema di valutazione che si basi sui risultati piuttosto che sulla presenza?”

Deve essere una scelta consapevole

Da donna lavoratrice, ma soprattutto da mamma ritengo che ci siano dei momenti “sacri” nella vita di una donna. Uno di questi credo sia proprio il nono mese di gravidanza.

E’ in quel frangente, già molto difficile a livello fisico, che la donna deve prepararsi anche psicologicamente a diventare madre (nel caso del primo figlio) e deve prepararsi nuovamente al cambiamento (nel caso di secondi/terzi etc figli).

Il lavoro è fondamentale nella vita della donna e ricopre un ruolo molto importante anche nel processo di autoaffermazione e di autostima ma è importante arrivare a separare bene nella nostra mente i due ruolidonna lavoratrice vs madre per riuscire a farli convivere al meglio nel post nascita.

Ultima considerazione è quella che riguarda i diversi contesti lavorativi qui in Italia: è un dato di fatto che non tutte le realtà sono uguali e non tutte sono “trasparenti” e rispettose dei diritti dei singoli.

Purtroppo troppo spesso la maternità viene ancora vista come un qualcosa di “disturbante” che reca solo difficoltà ai datori di lavoro ed all’organizzazione lavorativa.

Ed è in questi contesti che temo le pressioni psicologiche nei confronti delle future mamme che potrebbero essere spinte a fare una scelta di questo genere (sempre ovviamente parlando di gravidanze fisiologiche e con il parere positivo del ginecologo).

Temo che in questi casi possa diventare non una libera scelta della donna ma una imposizione del contesto lavorativo in cui opera.

 

Con questo breve scritto volevo solo portarvi a riflettere perché non sempre la propaganda che viene fatta in nome di un nuovo diritto conseguito corrisponde ad una richiesta vera e concreta di chi quel diritto dovrebbe esercitarlo.

E quindi lavorare fino al nono mese “trick or treat”?

 

Per le più curiose e ferrate sul tema, qui di seguito la Legge di Bilancio 2019

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