Recensione “Fino all’ultima parola” di Tamara Ireland Stone
Oggi parleremo del libro “Fino all’ultima parola” di Tamara Ireland Stone, edito in Italia da Leggereditore.
“Fino all’ultima parola” affronta un tema molto importante e ricco di significato, quello delle malattie mentali, ma che non risulta essere una lettura pesante, anzi al contrario si rivela essere piacevole e scorrevole.
“Fino all’ultima parola” di Tamara Ireland Stone
La trama
La protagonista del libro “Fino all’ultima parola” si chiama Samantha, per gli amici Sam, una ragazza di 16 anni che però nasconde un segreto, infatti soffre di un disturbo ossessivo compulsivo ed è ossessionata dal numero 3; questo disturbo le rende difficile il rapporto con sé stessa e con le altre persone.
Lei cerca di tenerlo nascosto perché ha paura del giudizio degli altri che potrebbero vederla come diversa o fuori di testa.
Riesce a trovare dei momenti di serenità quando nuota in piscina, lì non viene assalita dai suoi pensieri e dalle sue ossessioni.
Un giorno farà amicizia con una ragazza di nome Caroline, ed è proprio lei che le farà scoprire “l’Angolo dei Poeti”, una stanza segreta dove si riuniscono dei ragazzi per comporre delle poesie e poi recitarle davanti agli altri. Qui incontrerà AJ un ragazzo dolce e gentile, che inizialmente sarà molto restio nei suoi confronti a causa di un qualcosa che era successo tra loro nel passato, ma pian piano si avvicineranno molto e inizierà anche a nascere qualcosa. Inoltre, grazie alle poesie, Sam riuscirà finalmente ad esprimere sé stessa, i suoi pensieri e le sue emozioni.
“Soffro di una cosa chiamata disturbo ossessivo-compulsivo. In realtà il mio problema riguarda soprattutto la parte ossessiva, mentre le ‘compulsioni’ avvengono quasi sempre dentro alla mia testa. In parole povere, significa che è un problema facile da nascondere.» Non riesco a credereLe mie ossessioni possono riguardare qualunque argomento: i ragazzi, il rapporto con le mie amiche, oppure una sciocchezza qualsiasi che mi passa per la testa… Certe volte un pensiero rimane incastrato e non riesco proprio a liberarmene. Altre volte invece i pensieri arrivano tutti insieme e mi provocano un attacco d’ansia. Oh, e per finire c’è questa mia fissazione col numero tre. Sto sempre a contare. Qualsiasi cosa io faccia, deve esserci sempre di mezzo il numero tre”
Il linguaggio
La storia ci viene narrata dalla scrittrice in maniera molto delicata, con empatia, dolcezza e intensità, è scritta in maniera fluida e ben dettagliata.
I personaggi sono descritti molto bene e sono ben caratterizzati, ci si immedesima in loro, in particolare abbiamo una protagonista fragile, ma allo stesso tempo forte e determinata.
Dal punto di vista del racconto ci sarà sicuramente un momento in cui penseremo che la storia non stia procedendo assolutamente, solo dopo ci renderemo conto che invece ci siamo arricchiti tantissimo.
Sicuramente ognuno di noi, quando un qualcosa non lo tocca da vicino tende a ignorarla, inconsciamente tende a far sentire “diverse” quelle persone che ne sono colpite, cosi facendo non ci si rende conto di ferirle.
Il messaggio di “Fino all’ultima parola”
La protagonista del libro Sam, però, ci fornisce un messaggio molto importante: non dobbiamo nasconderci dietro una maschera per piacere agli altri. Lei ci mette un po’ a capirlo, ma quando finalmente ci riesce fa emergere la sua voglia di cambiare e di essere se stessa comunque e dovunque.
Oltre al tema dell’accettarsi, “Fino all’ultima parola” ci parla in maniera importante della salute mentale: non bisogna vergognarsi se si soffre di depressione, ansia o qualsiasi altro disturbo mentale, non si è anormali, ma si ha semplicemente bisogno, come per qualsiasi altra malattia, di un dottore che guidi e aiuti durante questo percorso.
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Un libro che ci tocca l’anima e che sicuramente ci lascia qualcosa dentro, in particolare io sono rimasta esterrefatta da un colpo scena che avverrà verso la fine del libro.
Conclusioni
Consiglio di leggere “Fino all’ultima parola” perché sono sicura che ogni lettore si potrà ritrovare un pochino nella storia di Sam, nelle sue paure e nelle sue ossessioni, emozionandosi.
Questi vecchi muri mi hanno ascoltato quando ero sola. Sono stati casa alle mie parole, le hanno protette. Mi hanno applaudito e hanno pianto insieme a me. Non è bastato. Eppure hanno ascoltato fino all’ultima parola.